PATOLOGIE

Dott. Valerio Sebastiano Amico

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Litoclasia Catania a Catania

Tendinopatia Calcifica a Catania

Con il termine tendinopatia vengono indicati i processi patologici a carico delle strutture tendinee.
Con il termine tendinopatia calcifica viene indicata la metaplasia condrocitica dei fibroblasti totipotendi ad evoluzione calcifica e quindi alla formazione di una struttura calcica all’interno del tendine.
Tutti i tendini possono essere interessati da tale processo pataologico, in particolar modo sono i tendini della spalla  i piu’ colpiti,  e proprio per questo si parlerà di tendinopatia calcifica di spalla.
La frequenza della tendinopatia calcifica varia tra il 7,5 e il 22% di tutti I casi di tendinopatia.  Il rilievo di calcificazioni in spalle asintomatiche è del 2,5–7,5 %, e solo il 40% delle calcificazioni tendinee diventa sintomatico, mentre il 20% di pazienti con “spalla dolorosa” è portatore di calcificazioni intratendinee.
Viene maggiormente colpito il sesso femminile con un’età media tra 40 e 50 anni; nel 20% dei casi si assiste ad un interessamento di entrambe le spalle.
Dal punto di vista eziologico ad oggi non vi è una causa specifica, ma in letteratura vengono descritti una combinazioni di fattori che predispongono il soggetto allo sviluppo della patologia, tra i quali fattori ormonali, fattori genetici, microtraumi e ipovascolarizzazione della struttura tendinea.
Anche dal punto di vista patogenetico non vi è certezza, risulta essere la più attendibile l’ipotesi formulata da Uhthoff da riferire come già indicato precedentemente a fenomeni di metaplasia fibrocartilaginea cellulo-mediata, ad evoluzione calcifica.
Dal punto di vista clinico frequentemente il/la paziente si presenta presso l’ambulatorio riferendo la comparsa di un lancinante dolore alla spalla, non preceduto da trauma, o di aver avvertito tale dolore al risveglio.
In questo caso ci troviamo difronte a uno degli ultimi stadi della patologia, alla fase riassorbitiva, iperalgica, in cui vi è la proliferazione dei vasi e macrofagi, edema pericalcifico, aumento della pressione locale e riassorbimento dei depositi di calcio.
Questa fase è preceduta dalla fase precalcifica, asintomatica, in cui si ha la metaplasia fibrocartilaginea intratendinea e della fase calcifica di formazione, più o meno sintomatica, in cui vi è la deposizione di cristalli di idrossiapatite.
Risulta di fondamentale importanza, per un corretto ed efficace approccio terapeutico, una tempestiva diagnosi .
Difficilmente la valutazione clinica riuscirà a dare delle informazioni dirimenti in quanto la sintomatologia  acuta non permetterà l’esecuzione di alcun test o movimento passivo.
A scopo diagnostico una corretta racoltà anamnestica puo’ aiutare il clinico a formulare un’ipotesi diagnostica di tendinopatia calcifica.
In questo caso gli esami strumentali di imaging risultano essere di fondamentale importanza per l’identificazione dell’eventuale accumulo calcifico e soprattutto per l’identificaizione della fase della patologia.
In questo caso l’esame che fa da padrone è l’ecografia muscoloscheletrica.
Tale metodica permette in sede ambulatoriale di effettuare una pronta diagnosi che aiuterà il clinico nel processo decisionale all’approccio terapeutico.
In letteratura sono descritte differenti opzioni terapeutiche, ma nel corso degli ultimi venti anni hanno acquisito sempre maggiore evidenza i trattamenti mininvasivi percutanei ecoguidati (litoclasia, needling, barbotage, TPE, osteoclasia).