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Dott. Valerio Sebastiano Amico

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Spalla congelata o rigida- Catania - Sicilia

La “spalla congelata”, anche chiamata “adesiva” o “rigida”, è una condizione clinica comune e disabilitante, caratterizzata da dolore, maggiormente notturno, con progressiva riduzione della capacità di muovere l’arto superiore sino all’incapacità nello svolgere le più semplici attività della vita quotidiana. Una nuova classificazione suddivide la capsulite in primaria, laddove non sia possibile identificare l’eziologia o la condizione scatenante, e secondaria che, a sua volta, può essere suddivisa in 3 sottocategorie: 1-Intrinseca: quando vi è in associazione una patologia riguardante la spalla come una lesione di uno o più tendini della cuffia dei rotatori, o una tendinopatia della cuffia dei rotatori o del capolungo del bicipite, una borsite cronica o una tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori. 2-Estrinseca: quando vi è un’associazione con un processo patologico all’infuori della spalla che potrebbe influenzare l’articolarità attiva e passiva della spalla, come esiti di chirurgia alla mammella, una radicolopatia cervicale, artrite/artrosi acromionclaveare, fratture della clavicola o dell’omero. 3-Sistemica: quando vi è un’associazione con patologie sistemiche come il diabete mellito, l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo, e altre condizioni sistemiche che risultano avere un’associazione con la capsulite adesiva. La prevalenza della capsulite nella popolazione è di circa il 2% e questa è significativamente più alta in pazienti con distiroidismi, ipertrigliceridemia, diabete mellito e storia di traumi, processi patologici o chirurgici a carico delle spalle o seno.Il processo fisipatooogico della capsulite adesiva include lo stato di infiammazione seguito dall’ispessimento della capsula articolare con formazione di aderenze capsulari e del recesso ascellare. Le manifestazioni cliniche sono padroneggiate da dolore molto intenso, notturno, e prodotto dalla mobilizzazione dell’arto superiore. La capsulite adesiva è caratterizzata da tre stadi. La durata di ogni stadio è variabile. Primo stadio dura 3 – 6 mesi “freezing phase”, fase di congelamento in cui il dolore, maggiormente notturno, e l’irritazione capsulare, fanno da padroni. Secondo stadio dura 3 – 18 mesi “frozen phase” , la fase di rigidità o di spalla congelata, in cui vi è più o meno dolore con la rigidità della gleno omerale, con importanti limitazione durante lo svolgimento anche di semplici attività giornaliere come allacciarsi il reggiseno, lavarsi i capelli, alzare le braccia in alto. Terzo stadio dura 3 – 6 mesi “thawing phase”, risoluzione della rigidità conscongelamento. La terapia della capsulite adesiva è controversa e varia da trattamenti conservativi a trattamenti chirurgici. Secondo la ricerca bibliografica effettuata, i trattamenti conservativi possono avere varie opzioni includendo la fisiokinesiterapia, la somministrazione di cortisonici per bocca, l’infiltrazione di corticosteroidi in articolazione eco e non ecoguidata, il blocco del nervo sovrascapolare, l’idrodistensione della capsula articolare, l’introduzione di acido ialuronico e le manovre osteopatiche di sblocco articolare. Ogni singolo trattamento sopra citato ha degli effetti sulla capsulite adesiva, ma i tempi di completa guarigione sono svariati e nella stragrande maggioranza dei casi molto lunghi, portando disagio e sconforto nell paziente che si vede impossibilitato a svolgere anche le più semplici attività della vita quotidiana, e che dovra effettuarecure mediche e riabilitative che possono protrarsi anche per 12/24 mesi. Dalla ricerca bibliografica si è evinto che i migliori risultati in termini di tempo di recupero e di attvità antalgica si sono raggiunti grazie all’associazione di trattamenti infiltrativi ecoguidati con il trattamento fisiochinesiterapico.